Con il termine ‘ansia’ si intende una reazione caratterizzata da preoccupazione, paura, manifestazioni psicofisiche, davanti ad uno stimolo o a una situazione negativa che si teme possa accadere in futuro.
L’ansia: una nemica o un’alleata?
Spesso leghiamo il termine ‘ansia’ ad uno stato emotivo negativo dal momento che essa sembrerebbe limitare e compromettere la qualità della vita della persona e di chi gli sta vicino. In realtà, l’ansia definita fisiologica è una reazione adattiva che mobilita tutte le risorse psicofisiche e cognitive dell’individuo, predisponendolo ad affrontare le varie situazioni e gli stimoli ambientali, in modo tale da anticipare e pianificare una risposta efficace, anche in una eventuale condizione di potenziale pericolo. Ecco che in tal senso, come per tutte le emozioni, essa assume un valore positivo.
Ad esempio, quando ci si trova a dover sostenere un esame o un colloquio di lavoro, se non si provasse un minimo di ansia, non sentiremmo la necessità di pianificazione o il bisogno di mettere tutte le nostre energie per svolgerlo al meglio e potremmo andare incontro ad un ‘fallimento’. In tal senso l’ansia diventa funzionale.
Diversamente, essa diventa negativa se perdura oltre lo stimolo (es. dopo aver terminato l’esame/il colloquio continuiamo a pensarci, a non dormire di notte, ad avere preoccupazioni sull’esito dello stesso), compromettendo, in tal modo, il nostro stato d'animo in generale.
Quali sono i sintomi dell’ansia?
Possiamo differenziare i sintomi determinati dall’ansia tra sintomi somatici e sintomi mentali, o cognitivi.
A livello corporeo può manifestarsi attraverso:
• palpitazioni e tachicardia
• sudorazione, tremore e agitazione
• difficoltà a respirare fino alla sensazione di soffocamento
• secchezza delle fauci
• dolore oppure fastidio al torace, a livello addominale
• nausea
• vomito o dissenteria
• vertigini, svenimenti, vampate di calore o brividi freddi
• intorpidimento o formicolio degli arti
• irrequietezza
Tra i sintomi cognitivi possono esserci paura di
• impazzire
• perdere il controllo
• essere giudicati (anche per come si sta reagendo alla sintomatologia)
• morire.
La persona può inoltre sentirsi tesa e nervosa, percepire un nodo alla gola. Tra gli altri segni ci sono quindi un senso di oppressione e la voglia di scappare, di cercare una via di fuga, oltre ad una marcata irritabilità.
Come combattere l’ansia attraverso un aiuto professionale
Sara: “L’altra sera ad un certo punto mi è arrivata questa sensazione di ansia, mi è calata proprio addosso, ho sentito un peso, ma non sono riuscita a ricondurla a nulla di specifico, a nessun pensiero, o situazione che mi è accaduta”.
Quell’insieme di pensieri e di vissuti che chiamiamo ansia subentrano quando vengono toccati dei nodi per noi centrali e profondi, quando vengono chiamati in causa dei temi che per noi sono particolarmente significativi.
L’ansia subentra quando vediamo coinvolti degli aspetti particolarmente importanti per definire noi stessi e noi stessi nella relazione con gli altri.
Talvolta il collegamento tra questi temi “caldi” ed i vissuti che chiamiamo “ansia” si perde e si sfuma nella consapevolezza della persona. È a quel punto che l’ansia diventa un vissuto percepito come inspiegabile, qualcosa che “capita”, qualcosa che arriva e che avvolge come una cappa scura.
Ciò nonostante, quelli che possono sembrare singoli episodi ansiosi, possono essere in qualche modo ricondotti ad un filo rosso, un filo conduttore pieno di senso e di significato per quella specifica persona.
Tale collegamento, che spesso non è evidente al soggetto quando arriva nella stanza dello psicologo, può essere recuperato, può emergere e essere compreso all'interno di uno spazio protetto come la stanza di terapia, in un clima accogliente.
In questo luogo è possibile rivedere sia le situazioni che i pensieri associati all'ansia; questo è uno degli obiettivi che ci si propone di perseguire nell’ambito di un percorso psicologico.
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